Dal vangelo secondo Luca (12,39-48)
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi...
SPUNTI DI RIFLESSIONE
La nostra esistenza non sia ipnotizzata dal terrore, né si dissolva nello stordimento. Alla sobrietà lucida e attenta bisogna aggiungere la vigilanza e la preghiera. Il credente veglia nella notte del mondo. La paura non gli chiude gli occhi. In queste tenebre viene colui che l'uomo terrestre teme come un ladro e l'uomo spirituale desidera come lo sposo. La vigilanza è nutrita da una supplica costante, per non cadere nella tentazione finale di perdere la fede nella fedeltà del Signore. Tutto passerà, ma la sua Parola resta in eterno. Cerchiamo quindi di vivere giudiziosamente il tempo che ci è dato. Il giudizio futuro è operato qui e ora da noi, secondo il metro che usiamo per misurare gli altri.
LA PAROLA PER ME OGGI
Il cristiano non è come uno struzzo che sogna un mondo migliore. è come la civetta: il suo sguardo penetra l'ombra della notte. Sta quindi attento a ciò che avviene dentro e fuori. Nessun momento è neutro: è l'opportunità in cui si gioca la fedeltà e la testimonianza.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Conserva la luce ai nostri occhi, Signore, perché non si appesantiscano abbagliati da luci fatue. Rendici attenti e vigili perché quando Tu verrai i nostri occhi si spalanchino nello stupore che supera ogni attesa e la nostra voce, impastata di preghiera, non sia che un grido di gioia senza più domande.